“Malattia e sistema immunitario nei secoli. Come la storia può aiutarci a prendere in mano il nostro destino”
Un detto molto popolare afferma che “la salute viene prima di tutto” eppure, curiosamente, il campo della salute è forse quello in cui sentiamo meno l’esigenza di informarci, abituati da sempre ad eseguire quanto prescritto dal professionista di turno anche se, di fatto, è in ballo la nostra vita. “Ad ognuno il suo mestiere” si è anche soliti dire: nulla da obiettare al riguardo, ma in questo caso particolare penso sarebbe utile avere un ruolo più attivo e non dare nulla per scontato, visto che si tratta della nostra vita e quella dei nostri cari.
La storia può aiutarci a conoscere e a comprendere l’evoluzione del pensiero medico nei secoli, dove affondino le radici del nostro modo attuale di considerare e trattare la malattia, e che ruolo gioca in tutto ciò il sistema immunitario.
In tutte le civiltà antiche da quella cinese, sumera, indiana, egiziana o greca, la credenza di fondo era che la malattia fosse causata da un’entità misteriosa, un nemico invisibile che poteva insinuarsi nel corpo attraverso gli orifizi esterni, provocando un’alterazione degli umori interni e quindi malattia e morte. La malattia, lo dice la parola stessa, era considerata espressione del male, contrapposta alla salute come espressione del bene.
Nel V secolo a.c. Ippocrate, considerato il “padre della medicina”, nel trattato “De aere, aquis et locis” aveva ipotizzato che le malattie potessero essere causate dall’aria malefica. Una testimonianza di questa teoria viene da Galeno di Pergamo, medico greco, che nel 166 d.c. fuggì frettolosamente da Roma colpita da una pestilenza, temendo che fosse proprio quel nemico invisibile di cui parlava Ippocrate il responsabile dell’epidemia.
Verso la fine del 1800 il chimico francese Louis Pasteur, partendo dall’antica credenza che il corpo fosse sterile, ipotizzò che le malattie venissero provocate da microbi, finalmente visibili con il microscopio ottico, che dall’esterno penetravano nell’organismo infettandolo. E’ la nascita della moderna Batteriologia che portò, tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del XX secolo, ad isolare i microrganismi ritenuti responsabili della maggior parte delle malattie. Con Pasteur prese definitivamente slancio la vaccinazione come strumento di prevenzione, mediante l’inoculazione di specifici germi attenuati, mentre in Farmacologia la febbrile ricerca contro i germi patogeni culminò nella scoperta, nel giro di qualche decennio, del 1° antibiotico: la penicillina.
La teoria dei germi patogeni produsse, soprattutto nel mondo occidentale, un impatto enorme a vari livelli, anche nella nostra quotidianità, tanto che ancora oggi associamo in genere i microrganismi a infezioni e malattie. Tuttavia è anche fondamentale sapere che i microrganismi sono presenti ovunque, nell’aria, nell’acqua, nei cibi e che senza microrganismi nessuna forma di vita sulla Terra sarebbe possibile. Il nostro microbiota, cioè la popolazione di microrganismi presenti nel corpo umano, è in un rapporto di 10/1, cioè per ogni cellula del nostro corpo ci sono almeno 10 microrganismi, principalmente batteri. Il microbioma, ovverosia il patrimonio genetico posseduto dal microbiota, è talmente superiore in quantità e complessità rispetto al genoma umano, che lo stesso genoma umano deriva al 99% da quello dei microrganismi che ci abitano.
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