Come possiamo utilizzare il potere dell’intenzione per migliorare la nostra vita?
E’ partito a giugno 2020 il 1° corso del Progetto I.S.L.B., suddiviso in 2 gruppi di partecipanti: molte informazioni che ci hanno permesso di approfondire il tema dell’ INTENZIONE spaziando da varie interpretazioni in ambito psicologico, ad esperimenti e teorie su come l’intenzione influenzi la materia e quindi la realtà in cui viviamo, fino alla fisica quantistica, fonte inesauribile di conoscenze scientifiche da mettere poi a frutto. Il brain-storming finale è stato molto interessante e si è potuto notare come, grazie alla varietà degli argomenti, ad ognuno dei partecipanti fossero rimasti impressi passaggi completamente diversi, il che ha prodotto un interscambio vantaggioso per tutti. L’obiettivo principale rimane quello che ho chiamato “pensiero condiviso”, un mosaico di sapere ed esperienze che costruiremo insieme per diventare sempre più artefici del nostro destino.
3 REGOLE FONDAMENTALI
3ª Regola: l’ Intenzione
Fino al 1948 la definizione di Salute è stata “assenza di malattia”; successivamente l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), sulla scia di un forte desiderio di cambiamento dopo la tragedia della 2ª guerra mondiale, ridefinì la Salute come un “completo stato di benessere fisico, psichico e sociale e non mera assenza di malattia”. Un concetto chiaro, semplice, molto più completo del precedente ma allo stesso tempo utopistico. E’ evidente che una condizione di “contemporanea totale perfezione” sui 3 livelli, fisico psichico e sociale, sia raggiungibile solo nella teoria ma non nella pratica.
A questo punto, forti di una medicina ufficiale altamente specializzata nel controllo dei sintomi, torna valida la precedente definizione di Salute, quella in uso fin al 1948, dato che di base l’obiettivo primario rimane quello di eliminare i sintomi e i segni che sono l’espressione della malattia e che di fatto costituiscono un tutt’uno con la malattia stessa. Questa secolare visione fa si che poco cambi nell’Intenzione delle persone se al posto di cure allopatiche verranno utilizzati approcci olistici. E’ proprio questo a mio avviso il primo ostacolo che ci impedisce di prendere concretamente in mano la nostra vita: avendo da tempo immemore una cultura incentrata sul controllo dell’effetto e non della causa, in realtà la “salute” non è storicamente una priorità come generalmente immaginiamo.
E non potrà mai diventarlo finché l’esigenza rimarrà sostanzialmente quella di guarire dai sintomi, per tornare alla solita routine fatta di mille impegni che affannosamente cerchiamo di evadere, raccontandoci che domani potremo finalmente fermarci e pensare di più a noi stessi e alla nostra salute.
Spesso le persone mi dicono di essere disposte a tutto pur di risolvere i loro problemi, ma il più delle volte mi rendo conto che questa sbandierata disponibilità è solo mentale, confinata all’aspetto sintomatico, ma lontana dall’ intenzione di cambiare una virgola di sé stessi e di quegli schemi circolari, statici, nei quali ci si ritrova cronicamente intrappolati. Finché il nostro destino (originariamente destinazione), la nostra vita, la nostra salute, non saliranno sempre più nella scala delle priorità, potremo aspirare rispetto al passato ad una vita con meno sintomi, ma difficilmente riusciremo a provare una sensazione di benessere profondo.
Riappropriarci della responsabilità delle nostre azioni grazie ad una maggiore consapevolezza, è indispensabile per raggiungere gli obiettivi, che devono essere definiti in modo chiaro e preciso: responsabilità, conoscenza, attenzione al linguaggio utilizzato e attenzione al significato che attribuiamo alle informazioni ricevute, influiscono enormemente sull’intenzione. E più la nostra intenzione sarà decisa e sentita, più saremo nelle condizioni di osservare la realtà con occhi diversi e più aumenteranno le possibilità di ridisegnare il nostro destino come desideriamo.
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